Alla scoperta dei nostri boschi: l’acero, sinonimo di resistenza ed equilibrio

Alla scoperta dei nostri boschi: l’acero, sinonimo di resistenza ed equilibrio

Torna la nostra rubrica dedicata alle foreste italiane: un viaggio tra alberi, suoli, animali e straordinarie strategie di sopravvivenza del mondo vegetale. Un’occasione per riscoprire ciò che troppo spesso diamo per scontato. Oggi partiamo da un gigante “silenzioso”: l’acero.

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Alla scoperta dei nostri boschi: l’acero, sinonimo di resistenza ed equilibrio

Torna la nostra rubrica dedicata alle foreste italiane: un viaggio tra alberi, suoli, animali e straordinarie strategie di sopravvivenza del mondo vegetale. Un’occasione per riscoprire ciò che troppo spesso diamo per scontato. Oggi partiamo da un gigante “silenzioso”: l’acero.

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Un albero, tante identità

L’acero è una delle specie più versatili e riconoscibili dei nostri boschi. In Italia ne esistono diverse varietà, ognuna con caratteristiche proprie: l’acero montano (detto anche Acer pseudoplatanus) domina i boschi freschi dell’Appennino e delle Alpi con la sua chioma imponente; l’acero campestre, più piccolo e robusto, popola campagne, filari e siepi, spesso come alleato della biodiversità agricola; mentre il più raro acero trilobo (Acer monspessulanum) una specie tipicamente mediterranea, molto resistente alla siccità.

Adattabili a diversi climi e altitudini, questi alberi crescono sia in pianura che in collina e montagna, spesso accanto a tigli, frassini, castagni e faggi, contribuendo alla varietà del paesaggio forestale italiano. Le loro foglie, palmate e perfettamente simmetriche, non sono solo un’icona estetica: creano microhabitat ideali per impollinatori, piccoli uccelli e insetti utili, rafforzando la rete ecologica del bosco. Insomma, un piccolo mondo che respira con le stagioni e che ci ricorda quanto anche la bellezza possa avere una funzione.

Quali benefici?

Spesso li ammiriamo per la bellezza delle loro foglie, ma gli aceri svolgono un ruolo fondamentale e silenzioso nel mantenere sano l’ambiente in cui viviamo. Questi alberi sono infatti straordinari alleati nella lotta contro il cambiamento climatico: attraverso la fotosintesi, assorbono grandi quantità di anidride carbonica (CO₂), contribuendo a ridurre la concentrazione di gas serra nell’atmosfera e migliorando la qualità dell’aria che respiriamo.

Le loro radici fitte e profonde sono essenziali per la stabilità del terreno: ancorano il suolo, contrastano l’erosione e favoriscono il drenaggio dell’acqua piovana, prevenendo frane e smottamenti. Non solo: la chioma ampia e ramificata crea ombra e umidità, dando vita a veri e propri microclimi nei quali prosperano muschi, felci, funghi e una miriade di piccoli organismi, fondamentali per l’equilibrio della biodiversità forestale.

Ma l’acero è anche un albero ricco di significati simbolici. Nella cultura europea è da secoli legato all’idea di rinascita, saggezza ed equilibrio interiore. Camminare sotto un acero, in fondo, è anche un modo per rallentare e ritrovare un contatto più profondo con la natura e con se stessi.

Dove vivono gli aceri?

Gli aceri sono tra gli alberi più diffusi e versatili del paesaggio forestale italiano. Li troviamo lungo tutto l’arco alpino, nei boschi del Trentino, del Friuli e della Valle d’Aosta, ma anche nelle aree collinari e montane dell’Appennino, dalla Toscana alla Calabria. 

In Piemonte, gli aceri arricchiscono numerosi ecosistemi boschivi: si trovano nelle vallate alpine, accanto a faggi, frassini e betulle, ma anche nei boschi misti dell’Alto Monferrato e lungo i pendii delle Langhe. Crescono in ambienti spesso poco battuti, dove la natura conserva il suo ritmo e la sua ricchezza. Una presenza discreta, ma fondamentale per la biodiversità dei nostri territori.

“Il Sentiero degli Aceri”: il bosco delle Langhe rinasce

Ed è proprio nelle Langhe che prende vita “Il Sentiero degli Aceri”, un progetto di Robin Wood nato per restituire valore a un bosco in stato di abbandono a Diano d’Alba (Cuneo). In un territorio fortemente plasmato dalla viticoltura, il nostro intervento punta a ripristinare 5 ettari di ecosistema forestale, contrastando l’erosione del suolo, rimuovendo specie invasive come la robinia.

Attraverso interventi di ingegneria naturalistica, la messa a dimora di alberi autoctoni e la creazione di un sentiero tematico, vogliamo non solo tutelare la biodiversità, ma anche offrire alla comunità un nuovo spazio di scoperta e connessione con la natura. Questo progetto contribuirà a custodire 655 tonnellate di CO₂, migliorare la stabilità del terreno, recuperare oltre 980 metri di viabilità forestale, creare habitat per la fauna locale e sensibilizzare sempre più persone sull’importanza delle foreste.

Un bosco che rinasce significa molto di più di qualche albero in più: significa protezione del territorio, custodia della biodiversità e creazione di uno spazio nuovo per la comunità. In Piemonte, come nel resto d’Italia, gli aceri non sono solo spettatori silenziosi del paesaggio: sono protagonisti attivi della loro salute e del loro equilibrio.

Unisciti a noi nel viaggio tra i boschi italiani

In questo secondo episodio abbiamo percorso un’altra tappa del nostro viaggio alla scoperta dei boschi italiani e dei loro protagonisti. Se ti è piaciuto questo racconto, non perderti i prossimi appuntamenti della rubrica, dove esploreremo altre meraviglie del nostro Paese. Unisciti a noi per conoscere più da vicino l’importanza delle foreste e il nostro impegno per proteggerle. Seguici per rimanere aggiornato!

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