Il regno del castagno: tra storia, natura e cultura

Il regno del castagno: tra storia, natura e cultura

Torna la rubrica “Nel cuore verde d’Italia”, una rubrica dedicata alle foreste italiane, agli ecosistemi che modellano il nostro territorio, assorbono CO₂, ospitano biodiversità e offrono benessere a chi li attraversa. In questo numero ci immergiamo nel regno del Castagno. Dalle antiche civiltà montane ai boschi monumentali, questo maestoso albero ha accompagnato la vita dell’uomo per secoli. Oggi le castagne continuano a essere il simbolo dell’autunno, ma dietro a questo frutto si nasconde una storia millenaria di relazioni tra natura e cultura.

Il regno del castagno: tra storia, natura e cultura

Torna la rubrica “Nel cuore verde d’Italia”, una rubrica dedicata alle foreste italiane, agli ecosistemi che modellano il nostro territorio, assorbono CO₂, ospitano biodiversità e offrono benessere a chi li attraversa. In questo numero ci immergiamo nel regno del Castagno. Dalle antiche civiltà montane ai boschi monumentali, questo maestoso albero ha accompagnato la vita dell’uomo per secoli. Oggi le castagne continuano a essere il simbolo dell’autunno, ma dietro a questo frutto si nasconde una storia millenaria di relazioni tra natura e cultura.

Castagneti da frutto: custodi della biodiversità

I castagneti da frutto tradizionali non sono solo una risorsa agricola, ma rappresentano veri e propri ecosistemi ricchi di biodiversità. Secondo uno studio condotto dalla Regione Emilia-Romagna, questi ambienti ospitano una varietà di specie vegetali e animali, molte delle quali sono indicatori di ecosistemi sani e ben gestiti. 

La gestione tradizionale dei castagneti, che prevede pratiche come la potatura e la raccolta delle castagne, contribuisce a mantenere habitat diversificati, favorendo la presenza di specie rare e minacciate. Queste pratiche, tramandate nel tempo, hanno un impatto positivo sulla conservazione della biodiversità locale. 

Tuttavia, l’abbandono di queste tecniche tradizionali e la progressiva conversione dei castagneti in boschi cedui o fustaie da legno, come evidenziato da un’analisi della ReSoil Foundation, minacciano la biodiversità di questi ecosistemi: solo il 19% dei boschi di castagno in Italia è destinato alla produzione di frutti, mentre la maggior parte è utilizzata per la produzione di legno. 

Per preservare la biodiversità dei castagneti da frutto, è essenziale, quindi, promuovere pratiche di gestione sostenibile e valorizzare questi ambienti come patrimoni naturali e culturali.

Castagneti da frutto: un patrimonio culturale unico

A proposito di patrimoni culturali, molti i castagneti da frutto tradizionali sono stati inseriti nella rete europea Natura 2000. Tuttavia, negli ultimi decenni, questi habitat sono minacciati dall’abbandono delle pratiche agricole e da gravi patologie che hanno colpito i castagni, come il cancro corticale (Cryphonectria parasitica) e il mal dell’inchiostro, malattia letale per le radici e le piante mature. Senza cure, manutenzione e monitoraggio, si rischia di perdere non solo una risorsa economica fondamentale, ma anche un pezzo di identità paesaggistica e culturale delle montagne italiane.

Un alleato delle civiltà montane

Il castagno (castanea sativa), spesso chiamato “l’albero del pane”, ha rappresentato per secoli una risorsa vitale per le popolazioni del Mediterraneo. Non è un caso che sia stato diffuso dall’uomo in tutto il bacino mediterraneo, tanto da rendere difficile stabilirne l’origine esatta.  

Per secoli le sue castagne hanno nutrito intere comunità, la sua legna è stata utilizzata come combustibile e materiale da costruzione, mentre le foglie servivano come lettiera per il bestiame. Persino i pascoli e i funghi che crescevano nei castagneti diventavano fonte di sostentamento. Una vera e propria “civiltà del castagno”, che ha lasciato segni profondi nelle tradizioni rurali. 

Alcuni castagni raggiungono età e dimensioni sorprendenti, tanto da essere riconosciuti come alberi monumentali. E dietro a ciascuno di essi si nascondono storie straordinarie. Il Castagno dei Cento Cavalli, in Sicilia, è forse il più famoso: la leggenda narra che la regina Giovanna d’Aragona e il suo seguito di cento cavalieri vi trovarono riparo durante un temporale. Ma non è il solo.

Il Castagno Monumentale di Melle

In molti territori, i castagni monumentali diventano vere e proprie attrazioni ecoturistiche, capaci di raccontare la storia e l’identità dei luoghi. È il caso di Melle, piccolo borgo della Valle Varaita (provincia di Cuneo), che negli ultimi anni si è distinto per le sue iniziative di contrasto allo spopolamento e rilancio dell’economia locale. Qui, un anello escursionistico dedicato accompagna i visitatori alla scoperta di un maestoso castagno pluricentenario. Noto localmente come “Tabudiera ‘d Titta”, questo albero è uno dei più antichi castagni da frutto della zona. Con un’età stimata di circa 350 anni, una circonferenza di quasi 10 metri e un’altezza di 30 metri, il Castagno di Melle è stato testimone di secoli di storia locale. La sua presenza è documentata fin dal 1790, quando veniva menzionato in atti notarili relativi ai terreni circostanti.  

Ogni anno, in autunno, vengono organizzate passeggiate guidate intitolate “Alla ricerca di Barbalbero”, durante le quali famiglie e appassionati possono esplorare i boschi circostanti, raccogliere castagne e apprendere la storia e gli usi tradizionali del castagno.

Castagni “domestici? Alberi scolpiti dall’uomo

Ciò che rende i castagni monumentali ancora più affascinanti è il loro legame con l’opera dell’uomo. Quasi tutti i castagni da frutto, infatti, sono il risultato di innesti eseguiti secoli fa: giovani castagni selvatici furono “addomesticati” innestando varietà selezionate di castagne. 

Le tracce di queste operazioni sono ancora visibili: rigonfiamenti della corteccia, andamenti irregolari e cicatrici che raccontano una storia di cura e trasformazione. Così, ogni castagno non è solo un albero, ma una memoria vivente del dialogo millenario tra natura e cultura.

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In questo episodio abbiamo percorso un’altra tappa del nostro viaggio alla scoperta dei boschi italiani e dei loro protagonisti. Se ti è piaciuto questo racconto, non perderti i prossimi appuntamenti della rubrica, dove esploreremo altre meraviglie del nostro Paese. Unisciti a noi per conoscere più da vicino l’importanza delle foreste e il nostro impegno per proteggerle. Seguici per rimanere aggiornato!  

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