Come abbiamo rigenerato il bosco abbandonato di Santa Cristina
Come abbiamo rigenerato il bosco abbandonato di Santa Cristina
Nella provincia di Cuneo, precisamente nella località di Santa Cristina, si estende un bosco che ospita un castagneto di grande valore storico. Un tempo, questo castagneto veniva gestito a ceduo ed era prezioso per la produzione di legname da ardere e paleria, contribuendo significativamente all’economia locale. Negli ultimi anni, però, l’area è entrata in uno stato di degrado e abbandono, portando il castagneto a una fase di crollo strutturale.
Come abbiamo rigenerato il bosco abbandonato di Santa Cristina
Nella provincia di Cuneo, precisamente nella località di Santa Cristina, si estende un bosco che ospita un castagneto di grande valore storico. Un tempo, questo castagneto veniva gestito a ceduo ed era prezioso per la produzione di legname da ardere e paleria, contribuendo significativamente all’economia locale. Negli ultimi anni, però, l’area è entrata in uno stato di degrado e abbandono, portando il castagneto a una fase di crollo strutturale.
Come nasce il progetto
La rigenerazione del bosco di Santa Cristina coincide con l’inizio della storia Robin Wood. Il proprietario di una vasta superficie boschiva situata in collina, nei dintorni di Saluzzo (CN), nella fascia pedemontana, ci ha assegnato un obiettivo ben preciso: rigenerare il suo bosco per valorizzarne la qualità e la biodiversità. In passato, c’erano già stati diversi tentativi d’intervento che non avevano portato ai risultati sperati a causa di approcci non adatti a questa tipologia di ambiente e finalizzati alla sola produzione legnosa.
Soluzione adottata
Dopo un’attenta fase di analisi e studio iniziale, abbiamo deciso, quindi, di attuare un intervento di riattivazione e rigenerazione che evitasse la ceduazione tradizionale, che avrebbe reso il bosco meno ricettivo alla biodiversità.
L’approccio adottato, dunque, si è basato su una comprensione approfondita delle esigenze del bosco e sulla zonizzazione degli interventi, un approccio che risponde a criteri di sostenibilità e funzionalità specifici. L’utilizzo dell’indice IBP (Indice di Biodiversità Potenziale) si è rivelato cruciale non solo per la valutazione della biodiversità attuale del bosco, ma anche per orientare le future strategie di gestione forestale.
Sviluppato in Francia nel 2008 come parte di un programma nazionale di ricerca e sviluppo del Centre National de la Propriété Forestière (CNPF), l’indice IBP è uno strumento composito che fornisce una misura indiretta della biodiversità che si basa su un punteggio aggregato di dieci fattori. Nello specifico, l’indice valuta la capacità di carico in termini di specie di un soprassuolo forestale, indipendentemente dalla biodiversità effettivamente presente. Per poter alzare l’indice e quindi rendere il bosco più adatto ad ospitare biodiversità, il team di Robin Wood ha effettuato delle scelte selvicolturali molto accurate basate sull’indice iniziale del bosco (pre-intervento).
Risultati ottenuti
A un anno dalla chiusura dei lavori, siamo riusciti a:
- Restituire un bosco in salute e con maggiore diversità specifica e strutturale, cioè più resistente a stress e danni ambientali.
- Ridurre il rischio di incendio dell’area eliminando buona parte della necromassa a terra e in piedi (non tutta, altrimenti ne avrebbe risentito la biodiversità).
- Avere un bosco percorribile in sicurezza e bello da vedere.
- Produrre del legname di risulta utilizzabile dal proprietario.
L’area oggetto dell’intervento è di 5,15 ettari, ovvero poco più di 7 campi da calcio. Questo spazio, precedentemente di difficile accesso, è stato trasformato in una superficie boschiva ora percorribile e rigenerata.
Attraverso il metodo IBP, il team di Robin Wood ha identificato 75 piante ad invecchiamento indefinito del bosco di Santa Cristina (vedi foto).
Sebbene queste piante non abbiano valore dal punto di vista della produzione legnosa, esse rivestono un valore significativo per la biodiversità, offrendo habitat preziosi per flora e fauna (denominati dendromicrohabitat). Ogni pianta è stata mappata con coordinate GPS e ne sono state registrate le caratteristiche salienti in vista di una sua conservazione. Ma queste non sono state le sole piante ad essere mantenute; infatti, il regolamento forestale permetterebbe un taglio del 55% della copertura arborea, mentre noi abbiamo effettuato solo un prelievo del 25%. Questa riduzione della percentuale di taglio pari a circa il 30% rappresenta le piante preservate, trasformando un intervento orientato alla produzione in uno focalizzato alla conservazione dei servizi ecosistemici.
Altri indicatori dell’intervento di Robin Wood includono:
- 719 tonnellate di CO2 risparmiate con un taglio più conservativo rispetto ai limiti normativi.
- 900 metri lineari di strade forestali ripristinate e nuovamente percorribili.
Unisciti a noi per valorizzare i boschi abbandonati!
L’intervento è stato reso possibile grazie al finanziamento del progetto GreenChainSAW4Life. In futuro, prevediamo di adottare una strategia simile per altri progetti di valorizzazione dei boschi e del territorio.
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