Deforestazione globale vs abbandono forestale in Europa: quali soluzioni?

deforestazione_globale

Nel panorama delle questioni ambientali, due fenomeni opposti stanno plasmando il destino delle foreste nel mondo: la deforestazione globale e l’abbandono forestale. Questi due processi, sebbene apparentemente contraddittori, sono legati da dinamiche complesse che influenzano l’equilibrio ecologico del nostro pianeta. In questo articolo cercheremo di fare un po’ di chiarezza e andremo a vedere più da vicino quali soluzioni sono state messe in campo per affrontare le nuove sfide sostenibili.

Deforestazione globale

La deforestazione globale rappresenta una delle principali minacce per l’ambiente. Ogni anno, vasti tratti di foresta vengono abbattuti per fare spazio ad attività agricole, estrattive e di urbanizzazione. Il Sud America, l’Africa Centrale e il Sud-Est asiatico, sono le aree più colpite. La deforestazione globale provoca gravi conseguenze per tutti: perdita di biodiversità, emissioni di carbonio, cambiamenti climatici e distruzione degli habitat naturali. 

La deforestazione è alimentata da varie attività umane irresponsabili e incontrollate. Tra le principali cause vi è l’agricoltura industriale, che trasforma le foreste in terreni agricoli. Secondo un recente rapporto della FAO, almeno il 50% della deforestazione globale è dovuto alla produzione di olio di palma e semi di soia, mentre il pascolo del bestiame contribuisce per quasi il 40%. Un’altra causa significativa è lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali, con l’eccessivo prelievo di legname e altre materie prime. L’urbanizzazione incontrollata, con l’espansione urbana e infrastrutturale, rappresenta un ulteriore fattore chiave, in particolare la costruzione di strade e ponti, che è la terza causa principale a livello globale e la causa principale in Europa.Infine, il cambiamento climatico è sia una causa che una conseguenza della deforestazione. Gli eventi estremi come incendi, siccità e inondazioni danneggiano le foreste, che sono essenziali per fornire aria pulita, regolare il ciclo dell’acqua, catturare la CO2 e tutelare la biodiversità.

Come far fronte alla deforestazione globale?

Che cosa fare, dunque, per arginare tali conseguenze disastrose? Qualche tentativo in passato è stato fatto. Nel 2021, alla COP26 di a Glasgow, più di 100 leader mondiali si sono impegnati a porre fine alla deforestazione entro il 2030. Questo accordo ha incluso nazioni come Brasile, Russia, Canada, Cina, Indonesia, Repubblica Democratica del Congo e Stati Uniti, che insieme rappresentano l’85% delle foreste del mondo. L’intesa raggiunta ha previsto fondi per circa 19,2 miliardi di dollari, destinati a proteggere e ripristinare le foreste, supportare le comunità indigene e promuovere un’agricoltura sostenibile.

Nel 2023, il Parlamento Europeo ha introdotto nuove normative che impongono alle imprese di garantire che i prodotti venduti nel mercato europeo (come olio di palma, soia, cacao, caffè, bestiame e legname, insieme ai derivati come carne bovina, pelle, carta stampata, mobili, cosmetici e cioccolato) non siano associati alla deforestazione in nessuna parte del mondo. Le aziende che non rispetteranno queste norme rischiano multe fino al 4% del loro fatturato annuo complessivo.

Il regolamento ha incontrato subito resistenze internazionali, con Stati Uniti, Indonesia e Malesia  (tra i maggiori produttori di olio di palma) che hanno richiesto di ritardare l’attuazione per affrontare le difficoltà poste ai produttori. Negli ultimi trent’anni 420 milioni di ettari di foreste sono stati convertiti in terreni agricoli, con l’Europa responsabile del 10% di questa deforestazione a causa della grande importazione di risorse provenienti dai territori territori esportatori. Anche alcuni commissari europei uscenti allo Sviluppo e all’Agricoltura avevano chiesto un rinvio. L’International Trade Centre (ITC), sostenuto dalle Nazioni Unite, ha affermato che la legge potrebbe escludere i piccoli produttori dei Paesi in via di sviluppo dalla catena di approvvigionamento, poiché non hanno la tecnologia necessaria per dimostrare che i loro prodotti non provengono da terreni deforestati.

Al momento, non è chiaro come si evolverà la situazione. Non ci resta che aspettare e osservare come verranno affrontate queste sfide, con la speranza che le normative internazionali e gli sforzi globali riescano a trovare un equilibrio tra la protezione delle foreste e le esigenze economiche dei produttori. La collaborazione tra paesi, istituzioni e comunità locali sarà cruciale per garantire un futuro sostenibile e preservare il nostro patrimonio forestale per le generazioni future.

Il crescente abbandono delle foreste in Europa: quanto è importante prendersi cura della loro salute?

Le foreste, che coprono oltre il 30% della superficie terrestre, sono fondamentali per la biodiversità del nostro pianeta. Offrono numerosi servizi ecosistemici essenziali per il clima e l’ambiente, come la purificazione dell’aria attraverso l’assorbimento di anidride carbonica. Inoltre, forniscono habitat vitali per molte specie animali e rappresentano una risorsa economica importante, fornendo legname e risorse preziose. Le foreste sono anche cruciali per il benessere umano, offrendo spazi ricreativi e promuovendo la salute fisica e mentale.

Rispetto al fenomeno di deforestazione incontrollata che avviene in Sud America, in Africa Centrale e in Sud-Est asiatico, in Europa la situazione sembra andare nella direzione opposta. La superficie totale coperta da foreste e boschi è in costante aumento con oltre il 40%. Tutto questo finora è accaduto soprattutto grazie alle politiche di rimboschimento e alla conversione in foreste di terreni agricoli abbandonate. Un’importante crescita, dunque, che richiede responsabilità e una gestione oculata di queste aree. 

Lo stato di salute dei boschi e delle foreste europee e italiane è un problema serio da affrontare, che coinvolge tutti: oltre ai rischi legati alle specie invasive, all’inquinamento, all’espansione urbana e al cambiamento climatico, dobbiamo fare i conti con il crescente abbandono delle aree boschive

Negli ultimi decenni, molte aree rurali e montane sono state lasciate a se stesse a causa dell’urbanizzazione e della migrazione verso le città. Questo ha portato a un’espansione incontrollata delle foreste, che non vengono gestite né curate adeguatamente. Senza una gestione sostenibile, queste aree possono diventare suscettibili a incendi, malattie e degrado, perdendo così il loro grandissimo valore ecologico ed economico.

Un approccio integrato e consapevole

Il dualismo tra deforestazione globale e abbandono forestale in Europa evidenzia la complessità delle sfide ambientali che dobbiamo affrontare: mentre la deforestazione distrugge le foreste a ritmi allarmanti, l’abbandono crea foreste che non possono esprimere il loro pieno potenziale ecologico. 

Se da un lato, c’è bisogno di proteggere le foreste dalla distruzione; dall’altro, c’è bisogno di gestire le foreste per mantenerle sane e produttive. Solo attraverso un approccio integrato e consapevole potremo garantire un futuro sostenibile per le nostre foreste e per il pianeta intero. Un approccio che tenga conto delle esigenze ecologiche, economiche e sociali dei territori. 

La risposta di Robin Wood

Per far fronte a queste sfide è necessario promuovere una gestione sostenibile delle foreste abbandonate e intensificare gli sforzi collettivi, coinvolgendo le comunità, le imprese e le istituzioni del territorio nella cura delle aree boschive. Questo può essere fatto attraverso interventi mirati di selvicoltura e progetti di valorizzazione del territorio. Iniziative come Robin Wood sono in grado di raggiungere questi obiettivi in modo concreto e trasparente, mettendo in contatto aziende interessate alla sostenibilità con le aree boschive che necessitano di interventi di gestione e tutela, creando un impatto positivo sul territorio.

Con queste parole i fondatori di Robin Wood, Lucio Vaira e Giacomo Bergese,  descrivono l’attuale situazione in Italia e ciò che Robin Wood si propone di fare:

“In questo momento, in Italia, molti terreni necessitano di interventi a causa dell’abbandono delle aree montane e dell’espansione poco controllata delle aree boscate. Se da un lato questo fenomeno di riforestazione è positivo, dall’altro rappresenta un rischio per i territori abitati e per l’ecosistema. Occorre, quindi, mettere in sicurezza queste aree gestendo la crescita incontrollata. D’altro canto, molte aziende cercano di migliorare il proprio impatto ambientale e sono interessate a questo servizio. Robin Wood è una piattaforma che mette in contatto due ambiti apparentemente distanti, ma entrambi impegnati nel benessere del territorio e nel miglioramento dell’impronta ecologica”. (Giacomo Bergese)

“Robin Wood è una piattaforma innovativa che connette proprietari terrieri e aziende impegnate nell’ecologia, offrendo soluzioni per un impatto ambientale e sociale positivo. Con un vasto mercato di terreni e boschi da gestire, la piattaforma risponde all’esigenza di controllare la crescita della vegetazione e valorizza servizi ecosistemici come lo stoccaggio del carbonio. È importante avere accesso a una piattaforma che permette di contribuire concretamente alla lotta contro il cambiamento climatico, supportando la biodiversità e le comunità locali con impatti reali e verificabili. Inoltre, Robin Wood offre la flessibilità di scegliere tra una vasta gamma di progetti e servizi personalizzati che non solo compensano le emissioni di CO2, ma creano anche valore concreto con soluzioni su misura per ogni esigenza”.(Lucio Vaira)


Vuoi saperne di più su Robin Wood? Contattaci, il nostro team dedicato ti fornirà tutte le informazioni necessarie e ti guiderà nella scoperta delle opportunità di collaborazione e dei progetti sostenibili che possiamo realizzare insieme.





Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *