Le montagne italiane non si arrendono: così le Green Community invertono lo spopolamento

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Le montagne italiane non si arrendono: così le Green Community invertono lo spopolamento

Tra borghi che rinascono, boschi che si rigenerano e territori che fanno rete, le aree montane stanno cambiando rotta. Alla base di questa trasformazione, una nuova visione fondata su sostenibilità, cooperazione e gestione responsabile delle risorse.

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Le montagne italiane non si arrendono: così le Green Community invertono lo spopolamento

Tra borghi che rinascono, boschi che si rigenerano e territori che fanno rete, le aree montane stanno cambiando rotta. Alla base di questa trasformazione, una nuova visione fondata su sostenibilità, cooperazione e gestione responsabile delle risorse.

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La montagna è in trasformazione

Per anni, le aree montane italiane sono state raccontate attraverso immagini di abbandono: case vuote, scuole chiuse, servizi ridotti all’osso. Interi comuni hanno perso popolazione, competenze e futuro. Secondo i dati raccolti nel Rapporto Montagne 2024 di UCEM, i 3.417 comuni montani italiani hanno vissuto per decenni un declino silenzioso. 

Ma oggi, dai versanti alpini fino ai crinali appenninici, qualcosa si sta muovendo. Cresce una nuova consapevolezza territoriale, sostenuta da progettualità condivise, investimenti pubblici e alleanze locali. È il caso delle Green Community, laboratori di transizione ecologica che stanno riscrivendo il futuro della montagna. Un cambiamento reale, fondato su dati, visioni e pratiche concrete e alimentato da una nuova generazione di attori – pubblici e privati – che credono nella possibilità di rigenerare territori un tempo considerati marginali.

Le Green Community: la svolta della sostenibilità

Uno dei motori principali di questa inversione di tendenza sono le Green Community, un’azione chiave del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che mira a rilanciare le aree interne attraverso la transizione ecologica. I numeri parlano chiaro: 

  • 200 territori coinvolti 
  • 540 progetti avviati 
  • 140 milioni di euro investiti 

L’obiettivo? Promuovere lo sviluppo locale attraverso energia rinnovabile, economia circolare, gestione responsabile delle risorse naturali e valorizzazione delle filiere agricole di montagna. La montagna diventa così un laboratorio in cui si sperimentano soluzioni innovative per affrontare le sfide ambientali e sociali del nostro tempo.

Una nuova governance territoriale

Per anni i piccoli comuni montani hanno agito da soli, con risorse limitate e strumenti inadeguati. Oggi, la logica è cambiata: 387 nuove unità territoriali stanno nascendo per unire forze e competenze. Si punta a una governance collaborativa, digitale, resiliente, capace di coordinare politiche, attrarre investimenti e garantire servizi ai cittadini. 

In questo contesto, la cooperazione tra enti locali, cittadini, imprese e organizzazioni non profit si rivela fondamentale. Non si tratta più solo di “aiutare” le aree interne, ma di riconoscerne il ruolo strategico per l’intero Paese, in particolare sul fronte della gestione delle risorse naturali. 

Chi custodisce il territorio custodisce anche il futuro

Accanto ai progetti istituzionali, ci sono realtà che agiscono con visione, competenza e radicamento. È il caso di Robin Wood, un collettivo di tecnici forestali, designer e consulenti che ha scelto di lavorare nei territori, con i territori, per riportare valore nelle aree montane. Robin Wood nasce con una missione chiara: rendere la cura dei boschi accessibile, partecipata e tracciabile. Come raccontano i fondatori Lucio Vaira e Giacomo Bergese, l’idea parte da un’urgenza concreta: “Tanti boschi italiani sono abbandonati. Eppure, possono diventare un’opportunità, non solo ambientale, ma anche sociale ed economica.” 

Un modello che funziona perché è concreto, replicabile e fondato sull’alleanza con chi il territorio lo vive ogni giorno. “La nostra sfida è sociale prima ancora che ambientale” – spiegano i fondatori – “se le persone tornano a prendersi cura del bosco, tornano anche a sentirsi parte di un luogo. E da lì può ripartire tutto”. 

Verso un nuovo equilibrio tra città e montagna

La crisi climatica può diventare un’occasione per ridefinire le relazioni tra aree urbane e territori montani. Non basta più intervenire a valle: serve agire a monte, sostenendo chi protegge acqua, suolo e biodiversità. Serve un patto tra città e montagna. Robin Wood promuove questo patto con strumenti concreti: aziende che desiderano rafforzare i propri impegni ESG possono supportare progetti forestali reali, monitorabili, con benefici ambientali e sociali misurabili. Un modo per trasformare le foreste in spazi produttivi e rigenerativi, capaci di generare impatto e cultura. 

Le montagne italiane non sono più solo terre da salvare. Sono territori in trasformazione, dove la sostenibilità non è un’etichetta ma un processo, dove la cooperazione diventa strumento di resilienza, e dove il bosco torna al centro come risorsa condivisa. Le Green Community tracciano la direzione. Realtà come Robin Wood la percorrono ogni giorno, con strumenti, alleanze e una visione radicata nella terra. Se anche tu credi che la montagna possa essere una risposta alle sfide del presente, ora è il momento di agire. Perché la montagna non si svuota: si reinventa. 

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