Nature Credits: così l’Unione Europea premia chi protegge la biodiversità

Nature Credits: così l’Unione Europea premia chi protegge la biodiversità

Un ecosistema in salute è il capitale naturale da cui dipende gran parte della nostra economia. Oggi, l’Unione Europea lancia una nuova sfida: riconoscere - anche economicamente - il valore di chi si impegna a tutelare la natura. Come? Con i Nature Credits, strumenti innovativi per sostenere la biodiversità e favorire la transizione ecologica.

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Nature Credits: così l’Unione Europea premia chi protegge la biodiversità

Un ecosistema in salute è il capitale naturale da cui dipende gran parte della nostra economia. Oggi, l’Unione Europea lancia una nuova sfida: riconoscere - anche economicamente - il valore di chi si impegna a tutelare la natura. Come? Con i Nature Credits, strumenti innovativi per sostenere la biodiversità e favorire la transizione ecologica.

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Una risposta concreta alla crisi della natura

Oggi l’80 % degli habitat europei versa in cattive condizioni, mentre fino al 70 % dei suoli è classificato come non salutare. Eppure quasi il 75 % delle imprese dell’area euro dipende da servizi ecosistemici come aria pulita, acqua potabile, biodiversità suoli e impollinatori, evidenziando una contraddizione che grava sull’economia, sulla salute pubblica e sull’ambiente. 

L’Unione Europea ha promesso di destinare almeno il 10 % del bilancio 2026‑27 alla biodiversità, in linea con la strategia del Green Deal e il Biodiversity Strategy per il 2030. Tuttavia i fondi attualmente disponibili – tra bilancio UE, politiche agroalimentari e finanziamenti nazionali – coprono solamente una parte delle necessità: l’Europa avrebbe bisogno di circa 48 miliardi di euro l’anno per garantire il recupero ambientale programmato dal 2021 al 2030, lasciando un gap stimato tra 18 e 19 miliardi annui. 

Per coprire questa lacuna, la Commissione ha recentemente pubblicato la Roadmap verso i Nature Credits, un progetto pilota finanziato con fondi UE esistenti che punta a mobilitare investimenti privati per la tutela e la rigenerazione della natura. Il meccanismo prevede un sostegno economico diretto a chi realizza interventi come il ripristino delle zone umide o la gestione sostenibile delle foreste, azioni certificate secondo criteri condivisi dalla comunità scientifica e verificabili da enti indipendenti. 

Cos’è un Nature Credit?

Un Nature Credit è un certificato scambiabile che attesta un intervento concreto e verificato a favore della biodiversità. In altre parole, è uno strumento pensato per attribuire un valore economico reale alle azioni che tutelano, migliorano o ripristinano gli ecosistemi naturali 

Gli interventi che possono generare crediti natura sono molteplici: dalla piantumazione di alberi autoctoni alla rigenerazione di zone umide e torbiere, dall’agricoltura senza pesticidi al ripristino di habitat per la fauna selvatica. 

Per essere considerati validi, questi interventi devono essere misurabili, tracciabili e certificati da enti terzi indipendenti, secondo criteri stabiliti a livello europeo. Una volta verificati, danno diritto all’emissione di un credito che può essere acquistato da aziende, istituzioni o investitori, sia per compensare il proprio impatto ambientale, sia per sostenere attivamente progetti di conservazione.

Come funziona il meccanismo dei Nature Credits?

Il funzionamento dei Nature Credits si ispira al modello dei crediti di carbonio, ma con un focus radicalmente diverso: al centro non c’è la finalità di compensare le emissioni di CO₂, ma la valorizzazione delle azioni che tutelano o ripristinano la biodiversità ed il valore ecologico. 

Una volta certificato da enti terzi indipendenti, il progetto riceve un certo numero di crediti che possono essere acquistati da aziende, enti pubblici, fondazioni o investitori. Gli obiettivi sono diversi ma convergenti: 

  • compensare parte del proprio impatto ambientale, 
  • sostenere progetti locali a favore degli ecosistemi, 
  • integrare i Nature Credits nella propria strategia ESG (Environmental, Social and Governance), 
  • dimostrare impegno concreto verso la sostenibilità ambientale. 

Il vero valore di questo sistema è che trasforma la biodiversità in un asset attivo e misurabile, capace di generare ritorni ambientali, sociali ed economici. In un contesto sempre più attento alla responsabilità ambientale, i Nature Credits offrono alle imprese un modo tangibile per contribuire alla tutela degli ecosistemi, migliorare la propria reputazione e differenziarsi nel mercato. 

Allo stesso tempo, rappresentano una nuova opportunità di finanziamento per chi lavora sul territorio, come enti locali, aziende agricole, cooperative, comunità montane o ONG, che spesso realizzano interventi virtuosi senza ricevere un adeguato riconoscimento economico. Il sistema è ancora in fase sperimentale, ma l’obiettivo della Commissione Europea è ambizioso: creare entro il 2027 un mercato credibile, trasparente e accessibile, che renda la tutela della natura non solo necessaria, ma anche vantaggiosa. 

Una fase pilota fino al 2027: sperimentare per costruire credibilità

La Commissione Europea ha avviato l’iniziativa dei Nature Credits sotto forma di progetto pilota, finanziato con fondi comunitari già esistenti. L’obiettivo è costruire le fondamenta per un sistema credibile, trasparente e scientificamente valido, capace di attirare investimenti privati e valorizzare concretamente le azioni a favore della biodiversità. 

Questa fase sperimentale, che durerà fino al 2027, è stata affidata a un gruppo di esperti composto da rappresentanti di governi, enti scientifici, ONG e imprese. Il loro compito è definire standard chiari e replicabili, basati su criteri di certificazione affidabili, metodologie scientifiche per valutare l’impatto ecologico degli interventi, e regole di mercato aperte e accessibili anche alle piccole e medie imprese. Queste ultime, infatti, rischiano spesso di rimanere escluse dai grandi mercati ambientali per complessità tecnica o barriere economiche. 

La sperimentazione è già attiva in alcuni Paesi europei – tra cui Francia, Estonia e Irlanda – dove i crediti vengono testati in contesti reali, come foreste private, aree agricole o zone umide. Al tempo stesso, sono in corso consultazioni pubbliche per raccogliere input da stakeholder e comunità locali. L’obiettivo è creare un sistema che non replichi le criticità emerse nei mercati volontari dei crediti di carbonio, ma che fondi la propria efficacia su trasparenza, misurabilità e partecipazione. 

Questa fase pilota è, dunque, essenziale per sviluppare un ecosistema di regole affidabili, strumenti di monitoraggio accurati e modelli di governance inclusivi. Il successo del progetto dipenderà dalla capacità di coniugare rigore scientifico e accessibilità, affinché i Nature Credits diventino un volano concreto della transizione ecologica europea.

Meno mercificazione, più valorizzazione

L’obiettivo del progetto non è “vendere la natura”, bensì valorizzare le azioni di tutela e ripristino del patrimonio naturale. Come ha chiarito Jessika Roswall, Commissaria UE per l’Ambiente, in occasione del lancio della Roadmap UE sui Crediti Natura: 

“Non si tratta di trasformare la natura in una commodity, ma di riconoscere e premiare le azioni che ripristinano e sostengono la natura.”  

Questa dichiarazione rappresenta un cambio di paradigma: la biodiversità non viene considerata un bene monetizzabile, ma un valore essenziale da proteggere. L’approccio proposto definisce la tutela ambientale come un’azione concreta, misurabile e strategica, meritevole di sostegno economico. In questo modello, chi si dedica alla conservazione – agricoltori, silvicoltori, comunità locali, imprese – può ottenere riconoscimento e incentivi tramite crediti certificati, contribuendo al tempo stesso alla resilienza del territorio e al raggiungimento degli obiettivi europei di biodiversità. 

Un nuovo strumento per la transizione ecologica

Come abbiamo visto, Nature Credits rappresentano un’opportunità concreta per costruire un modello di sviluppo più sostenibile, dove economia e ambiente non siano più in opposizione ma parte della stessa equazione. Se il progetto pilota funzionerà, i crediti natura potranno diventare un tassello fondamentale della transizione verde europea, capace di: 

  • attivare nuovi investimenti, 
  • premiare buone pratiche, 
  • coinvolgere territori, imprese e cittadini in un processo di rigenerazione ecologica condivisa. 

Incentivare chi si prende cura della biodiversità non è solo una questione ambientale: è un atto di lungimiranza, di economia sostenibile, di giustizia ecologica. Con i Nature Credits, l’Europa prova a rispondere con uno strumento nuovo, capace di coniugare concretezza e visione. Restiamo a guardare? O iniziamo a partecipare? 

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