Le Langhe sono una terra di vini e colline. Benché un tempo fossero coperte da boschi naturali, caratterizzati da latifoglie autoctone, attualmente si osservano solamente più sporadiche macchie arborate relegate alle zone più inaccessibili. Dal Primo Dopoguerra, per far fronte alla crescente domanda di mercato vitivinicolo e corilicolo, queste colture sono state impiantate in ogni area in cui la gestione agronomica fosse economicamente remunerativa. Inoltre, con l’avvento dell’agricoltura intensiva, le aree più impervie e marginali dove la meccanizzazione non era possibile, sono state completamente abbandonate. Questo ha fatto sì che si innescassero fenomeni di colonizzazione di specie forestali invasive e spesso antropogene, come la robinia. La mancata gestione di queste aree ha portato ad una riduzione del potenziale che questi boschi potrebbero esprimere da un punto di vista dei servizi ecosistemici. Si osservano infatti numerosi schianti, ma soprattutto la colonizzazione di specie arbustive che impediscono l’insediamento della vegetazione autoctona tipica della zona. Il bosco in esame, inoltre, presenta numerosi problemi di dissesto idrogeologico dovuti principalmente alla mancata gestione delle acque meteoriche. Questi boschi rappresentano però dei preziosi scrigni di biodiversità, da tutelare e accudire, affinché possano essere preservati nel tempo. L’intervento proposto si inserisce in questo particolare contesto e mira a valorizzare i numerosi servizi ecosistemici presenti nell’area, preservando una sporadica superficie boscata ricca di biodiversità, gestendo il dissesto idrogeologico ed incrementando il turismo sostenibile.