Ti presentiamo Robin Wood: intervista doppia a Lucio Vaira e Giacomo Bergese

Robin Wood

Conosci Robin Wood? In questa intervista doppia, i due fondatori, Lucio Vaira e Giacomo Bergese, ti parleranno dell’innovativa piattaforma dedicata alla gestione sostenibile delle aree boschive in Italia. Ti riveleranno la missione e i servizi di Robin Wood, il suo impatto sulla sostenibilità ambientale e sociale, i benefici per le aziende locali e le sfide per il futuro.

Lucio, come è nata l’idea di creare Robin Wood?

“In realtà ho due risposte a questa domanda. La prima è che, a causa di numerosi fattori, negli ultimi decenni le foreste italiane sono cresciute a dismisura. La maggiore causa sta nell’abbandono della montagna negli anni del boom economico.

Da un lato, l’abbandono ha avuto certamente un impatto positivo, portando a un’Italia più forestata. Dall’altro lato però ha causato numerosi problemi, perché questi nuovi boschi sono giovani e quindi molto instabili e poveri di biodiversità. Robin Wood nasce per riprendere la gestione di queste aree, accompagnando la crescita delle foreste in modo più controllato e limitando i rischi derivanti dalla crisi climatica.

Esistono poi ragioni un po’ più “sentimentali”. Nel corso del nostro primo progetto abbiamo condotto una mappatura delle risorse forestali in Valle Po e ci siamo trovati di fronte a una situazione drammatica: in molte aree rilevate, più del 50% degli alberi era morto a causa della mancanza di gestione di cui ti parlavo prima e del cambiamento climatico. L’idea di Robin Wood è nata soprattutto dalla necessità di far fronte a questa situazione: per noi, l’azione per il clima passa anche attraverso la custodia del nostro territorio ed il coinvolgimento di chi lo abita e frequenta”.

Giacomo, perché Robin Wood? Qual è la sua missione principale?

“Robin Wood punta a far incontrare una domanda e un’offerta che sono entrambe molto forti e ben definite, ma che al momento non hanno un facile punto di incontro. Da un lato ci sono grandi superfici boscate che hanno una necessità di intervento, che sono letteralmente abbandonate. Superfici che un tempo erano la base del sostentamento della vita di molte persone e adesso sono dei ruderi, dei luoghi fantasma. Dall’altro lato abbiamo una domanda crescente di aziende che hanno intenzione di impegnarsi seriamente nella mitigazione del proprio impatto attraverso azioni positive in ambito sociale e ambientale. 

È da un po’ di tempo che ci ripetiamo questa sorta di mantra: “dobbiamo salvare i boschi italiani”. Dobbiamo salvarli dall’abbandono, dall’incuria e da tutti quelli che possono essere i rischi ambientali, quelli legati alla crisi climatica ai sempre più frequenti eventi climatici estremi. A prima vista la missione è molto ambiziosa, ma noi ci crediamo e vogliamo procedere un passo alla volta e con azioni concrete. Vogliamo dare nuova vita a una gestione che in questo momento è praticamente ridotta ai minimi termini”.

Lucio, entriamo nel dettaglio: quali sono i servizi che offre Robin Wood?

“Il progetto Robin Wood nasce con grandi ambizioni: il nostro obiettivo è contribuire concretamente a contrastare il cambiamento climatico e aiutare le aziende a ridurre il proprio impatto sul pianeta e generare effetti positivi sulla natura. La piattaforma si rivolge a individui, aziende e altre organizzazioni, offrendo la possibilità di supportare l’azione per il clima sul territorio attraverso interventi concreti di “rigenerazione” forestale.

Stiamo progettando poi una serie di servizi, tra cui la valutazione della carbon footprint e la definizione di strategie di transizione basate sulle migliori conoscenze in campo. Con il tempo, integreremo l’offerta con una gamma di esperienze formative per aiutare le aziende (e non solo) ad affrontare la transizione ecologica e a organizzare momenti di team building divertenti e consapevoli all’interno delle aree naturali rigenerate”.

Giacomo, in che modo Robin Wood contribuisce alla lotta contro il cambiamento climatico e al supporto della biodiversità? 

“I boschi sono i nostri migliori alleati nella lotta al cambiamento climatico. Robin Wood si impegna a recuperarli e mantenerli sani, funzionali e in salute, supportando le loro funzioni naturali. Rigeneriamo tutte le funzioni che un bosco sano svolge, contribuendo in vari modi a combattere il cambiamento climatico.

Innanzitutto, i boschi proteggono il suolo dagli eventi estremi come frane e smottamenti. Inoltre, stoccano il carbonio, assorbendo CO2 dall’atmosfera per centinaia di anni. Hanno anche effetti sulla termoregolazione, mitigando le ondate di calore nelle aree circostanti e tutelano le risorse idriche creando riserve che rallentano il rapido defluire dell’acqua. Infine, i boschi proteggono la biodiversità animale e vegetale come pochi altri ambienti, rendendo cioè l’ecosistema più resiliente ai cambiamenti.

È quindi essenziale che qualcuno si prenda cura di queste aree. In questo modo, Robin Wood contribuisce concretamente alla lotta contro il cambiamento climatico. Ci sono vari modi di fare gestione forestale. I nostri interventi mirano a valorizzare tutte le funzioni di cui abbiamo parlato. Puntiamo sempre a migliorare o mantenere la biodiversità a lungo termine. Non vogliamo massimizzare il profitto, ma massimizzare gli impatti ambientali”.

Solamente sostenibilità ambientale? Lucio, in che modo la piattaforma Robin Wood contribuisce alla rigenerazione del territorio? Quanto è importante la sostenibilità sociale?

“La sostenibilità sociale è uno dei pilastri fondamentali del nostro progetto. In passato, molte persone hanno abbandonato le montagne a causa della mancanza di opportunità economiche. Il nostro obiettivo è rigenerare i territori rurali attraverso un modello di recupero che va oltre il turismo e i servizi. Noi vogliamo contribuire alla creazione di un’economia locale sostenibile, basata sul recupero dell’agricoltura, sulla gestione razionale dei pascoli e sulla corretta gestione forestale. 

Un esempio concreto: il valore del legno “in piedi” acquistato dal proprietario forestale può aumentare più di dieci volte lungo la filiera produttiva. Immaginate l’impatto che questa dinamica potrebbe avere sull’economia locale. Oltre a gestire meglio il territorio, promuovere la gestione forestale vuol dire creare nuovi posti di lavoro e generare PIL in aree dove l’economia è molto depressa. Il problema che si pone adesso è che la gestione dei boschi costa di più rispetto a quanto il legno si vende sul mercato. Robin Wood nasce proprio per incrementare la redditività della gestione forestale, e allo stesso tempo promuovere pratiche colturali in grado di impattare in modo positivo sulla natura.

Un altro aspetto fondamentale del nostro progetto è l’approccio comunitario che adottiamo nei nostri interventi. Infatti, la maggior parte dei boschi in Italia appartiene a privati che, nel tempo, hanno perso interesse per queste aree. Il nostro obiettivo è sensibilizzare i proprietari, partendo dalle comunità locali, per passare da una gestione assente a una gestione consapevole.

Un’importante dimensione sociale del progetto riguarda poi l’educazione. Spesso, chi frequenta una scuola in una piccola valle non affronta nel proprio percorso scolastico temi legati al territorio locale, la cui storia è strettamente connessa alle risorse naturali. Per questo motivo, sviluppiamo esperienze e programmi di educazione ambientale volti a incrementare la consapevolezza e l’apprezzamento del proprio territorio.

Un ultimo aspetto socio-culturale legato al progetto Robin Wood ha a che fare con il tema dell’accessibilità. Per noi è scontato il fatto di poter andare dove vogliamo. Questo non vale per la maggior parte delle persone disabili. Uno degli obiettivi più importanti che abbiamo è quello di andare a creare degli ambienti naturali che siano resilienti da un punto di vista climatico, belli e soprattutto accessibili per tutti. Non è facile trovare dei luoghi adatti per essere accessibili a chiunque, però è sicuramente una delle nostre missioni più importanti. Tutti hanno il diritto di entrare in un bosco e godere della sua bellezza”. 

Giacomo, perché è così importante investire in progetti locali invece di optare per interventi più internazionali? Quali sono i benefici concreti per le aziende che  decidono di collaborare con Robin Wood?

“Tutto ruota attorno alla trasparenza. È molto importante investire in progetti locali. Se un’azienda decide di investire in nazioni lontane dal nostro controllo – per usare un tuo esempio – si troverebbe a investire in un progetto di riforestazione difficilmente controllabile. Le normative in quei posti sono diverse rispetto a quelle italiane, che invece sono tra le più stringenti a livello internazionale. Inoltre, ci sono problemi sociali che complicano ulteriormente i controlli, e la grande distanza geografica rende difficile la gestione dei progetti e il controllo che tutto sia fatto correttamente.

Se, invece, facciamo un intervento su un’area boschiva che dista 50 km dall’azienda che vuole investire in quel progetto, possiamo garantire un controllo molto più diretto. Conosciamo tutto di quel bosco: la sua storia, i proprietari, chi l’ha gestito e chi ha svolto l’intervento forestale. L’azienda può visitare quel bosco, chiederci di portarci i suoi dipendenti, i suoi fornitori e i clienti. La filiera è cortissima. Questo è un grande vantaggio per le aziende che decidono di investire in un progetto concreto e trasparente”.

Lucio, puoi raccontarci un esempio concreto di un progetto realizzato da Robin Wood e dei suoi risultati?

“Robin Wood viene lanciata oggi. Anche se al momento non abbiamo ancora un progetto completato grazie alla nostra piattaforma, posso dirti che in questi anni abbiamo approfondito ogni aspetto della rigenerazione forestale.

Abbiamo lavorato su progetti volti a mitigare gli effetti del cambiamento climatico e migliorare la biodiversità attraverso una gestione attenta dei boschi. Per fare questo, abbiamo custodito diverse forme di micro-habitat per preservare la biodiversità. Inoltre, abbiamo ripristinato sentieri e viali interni ai boschi per renderli più accessibili, intervenendo su un’area di oltre 5 campi da calcio.

In altri progetti europei, abbiamo recuperato boschi grandi quanto due campi da calcio, coinvolgendo oltre duecento proprietari (puoi immaginare la difficoltà di rintracciarli tutti). Anche in questi casi, abbiamo svolto una gestione attiva del bosco: abbiamo sfoltito, rimosso le piante più instabili e permesso a più di 50 persone di visitare l’area gestita. È stato bello perché abbiamo potuto mostrare il valore aggiunto che questo tipo di intervento ha apportato”.

Lucio, puoi darci qualche anticipazione sui prossimi progetti che saranno pubblicati su Robin Wood?

“Mi piace molto un progetto che inizierà a breve nel comune di Ostana, in Valle Po, un comune che ha una fama internazionale come esempio di rigenerazione montana. Qui recupereremo un’area che quarant’anni fa era un pascolo, ma che nel corso degli anni si è riforestato in modo caotico. L’obiettivo è ripristinare la funzione pastorale dell’area, rimuovendo parte degli alberi e permettendo a quelli che restano di crescere con maggiore vigore, riducendo la competizione. Il nostro intervento sarà fondamentale anche per supportare le attività dei pastori. Adotteremo un approccio integrato, facendo sì che le piccole risorgive vengano utilizzate in modo adeguato. Custodiremo queste zone umide piantando le specie necessarie, creando fasce tampone e recinzioni per proteggere questi luoghi. Si tratta di un approccio multifunzionale nella gestione forestale.

Un altro progetto che mi piace molto e che verrà presto messo in piattaforma si trova nel Canavese, a Mazzé. Qui lo scenario è completamente diverso, trattandosi di un’area in pianura. Effettueremo una grande opera di contenimento delle specie invasive e ripristineremo la biodiversità del bosco piantando specie autoctone locali. Lavoreremo anche molto sulla fruibilità dell’area.

Ogni progetto che costruiamo parte da un’analisi approfondita del piccolo ecosistema, per comprendere il giusto compromesso tra l’evoluzione naturale, le emergenze climatiche e i bisogni delle comunità locali. Storicamente, questi boschi sono sempre stati utilizzati dagli uomini ed è giusto permettere che continuino ad essere utilizzati in modo responsabile, compatibilmente con gli obiettivi ambientali. Attualmente, l’Italia è uno dei principali importatori di legname al mondo, esercitando una pressione enorme sull’ambiente, mentre le nostre aree boschive crescono in modo incontrollato. Questo è un problema che possiamo affrontare con una gestione forestale più responsabile e sostenibile”.

Obiettivi futuri? Giacomo, come vedi Robin Wood tra qualche anno?

“L’obiettivo a breve termine sarà sensibilizzare il grande pubblico sulla gestione forestale e del patrimonio naturale. Vorrei far capire a tutti che interveniamo nei boschi perché ne abbiamo bisogno: ci servono boschi in salute e ben gestiti.

Per quanto riguarda gli obiettivi a lungo termine, mi piacerebbe che Robin Wood si affermasse a livello nazionale. Lavorando e parlando con colleghi di altre regioni, mi sono accorto che le problematiche che riscontriamo in Piemonte sono comuni ovunque. È quindi importante esportare il nostro metodo anche in altre regioni per produrre ulteriori impatti positivi.

Mi viene in mente il sud Italia, dove attualmente c’è una siccità incredibile. In questi casi, migliorare lo stoccaggio dell’acqua sarebbe molto utile. Questo è solo un esempio: ci sono molti altri interventi possibili. Il metodo Robin Wood funziona bene e vogliamo condividerlo con tutta l’Italia”.


Vuoi saperne di più su Robin Wood? Contattaci, il nostro team dedicato ti fornirà tutte le informazioni necessarie e ti guiderà nella scoperta delle opportunità di collaborazione e dei progetti sostenibili che possiamo realizzare insieme.






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